Pscichedelico rituale atteso, pensieri diversi. Pathos. Splendido al momento giusto. Scrive Ondarock.it "imparare a stare seduti su una sedia. Abbandonare tutto quanto distrae e allontana dall'intimo e dalla realtà più minuta, riconnettersi con l'io e le sue radici, accettarne i limiti e imparare a conviverci, e magari avere per un attimo la sensazione di percepire lucidamente le fattezze del famoso "centro". (...) "5 Years" e "Bachelorette" sono forse in questo gioco dialettico il vertice
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assoluto dell'album e dell'intera ricerca björkiana. Il primo brano scardina ogni cognizione di sincronicità e di tempo regolare (ancora Stockhausen) sfoderando un ritmo inusitato di frequenze e scariche elettriche che rende impossibile il consueto gioco delle associazioni stilistiche. Il quadro non sarebbe completo però, se mancasse quella palpitante chiosa orchestrale (condotta dal sempre ottimo Deodato) che sboccia nella seconda metà del pezzo e si avvinghia tesissima ai synth, rotolando insieme verso una baraonda di nervi, energie e saturazione sonora."